La Polizia postale ha monitorato diverse chat su Telegram dove alcuni ragazzini scambiavano consigli per realizzare ordigni.
Nell’era dei social media, il digitale spesso e volentieri oltrepassa il limite sfociando in gesti che incitano alla violenza, al suicidio o molto altro. Sulle cronache oggi salta fuori un episodio individuato dalla Polizia postale, che riguarda diverse chat su Telegram in cui alcuni minori comunicano scambiandosi consigli su come creare bombe “fai da te”.
Le chat ambigue su Telegram
Nelle chat pubblicate dalla Polizia Postale sull’Operazione Alchimia, si leggono i brandelli di conversazioni tra minori, i cui nomi non vengono specificati. Tuttavia, il contenuto di questi gruppi Telegram sono chiarissimi: “Qualcuno ha un video tutorial per un detonatore?”, scrive qualcuno.
All’interno di questi gruppi venivano scambiati consigli per costruire ordigni con materiali che si possono trovare facilmente online, o anche al supermercato: “Avete mai fatto una molotov? io si. Martedì provo a fare del napalm”, scrive un altro di loro.
Dopo un reportage portato avanti dalla Polizia postale, questa ha proseguito con una serie di perquisizioni in tutta Italia per risalire ai giovani autori che avrebbero potuto costruire già qualche ordigno pericoloso per la quiete pubblica.
La difficile missione della Polizia
Acquisire informazioni su Telegram, piattaforma di messaggistica fondata da Nikolaj e Pavel Durov, per gli agenti di polizia è spesso difficile. L’unico modo per farlo sarebbe quello di infiltrarsi direttamente in questi gruppi, monitorando quello che accade al loro interno e registrando di volta in volta tutti i contenuti ritenuti perseguibili penalmente.
In un’indagine su un gruppo legato al movimento No Green Pass dalla Polizia Postale, si legge infatti:
“Si informa che il portale Telegram fornisce un servizio di messaggistica istantanea e Broadcasting basato su cloud il quale risulta essere erogato dalla società Telegram LLC, una società a responsabilità limitata con sede a Dubai. Non è possibile quindi rivolgere richieste alla citata società in assenza di rogatoria internazionale. Si ritiene doveroso evidenziare che detta società, da esperienza passata, non collabora con le autorità”.